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Santa Fiora : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diGrosseto.

Comuni

Comune di Santa Fiora

Cenni storici

Nel 1082 era parte dei possedimenti degli Aldobrandeschi, signori di Santa Fiora che costruirono le prime fortificazioni intorno al paese, difatti nel 1142 iniziano a nominare castello di Santa Flore. L'egemonia degli Aldobrandeschi sui territori della Maremma e del Monte Amiata, farà di Santa Fiora uno dei centri più importanti della bassa Toscana, e diventà la capitale dell'omonima contea, oltre che uno principali centri del ghibellinismo toscano. Nel XIV Secolo si ha un momento di parziale decadenza dovuto alla frantumazione dei possedimenti Aldobrandeschi a causa del passaggio di alcuni di questi sotto il dominio senese. La decadenza si arresterà in parte nel 1439, quando Cecilia Aldobrandeschi diventò sposa di Bosio Sforza, e il territorio di Santa Fiora fu annesso ai possedimenti della famiglia degli Sforza. Purtroppo, però, gli Sforza preferirono investire sul territorio di Roma, e Santa Fiora fu lasciata in mano a degli amministratori locali, tra i quali spicca la famiglia dei Luciani, di origini romane. Tuttavia, gli Sforza investirono costantemente per aumentare il prestigio dell'antica capitale aldobrandesca, in particolar modo nel XVI secolo, grazia alla politica di Guido Sforza, sotto la quale il borgo ebbe il periodo del suo massimo splendore. A Guido Sforza si deve infatti la straordinaria collezione di bassorilievi in maiolica di Andrea Della Robbia per la Pieve di Santa Fiora; commissionati probabilmente per omaggiare papa Pio II che fece visita al conte nell'estate del 1462. Sforzeschi sono anche il Palazzo ducale e il palazzo della Roccaccia, in piazza Garibaldi, ma anche la Peschiera e il convento di clausura che conserva il Crocifisso miracoloso di Santa Fiora. Dal Seicento in poi iniziò un periodo di decadenza per gli Sforza (che dal 1674 erano divenuti Cesarini Sforza in seguito al matrimonio tra Federigo Sforza e Livia Cesarini), finché il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo non annesse il territorio di Santa Fiora al Granducato di Toscana.

Curiosità

Santa Fiora, nel Medioevo contea Aldobrandesca e quindi ghibellina, è viene citata da Dante Alighieri nel VI canto del Purgatorio della Divina Commedia:
"O Alberto tedesco ch'abbandoni
costei ch'è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
giusto giudicio da le stelle caggia
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto
tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto,
per cupidigia di costà distretti,
che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti!
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
d'i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com'è oscura!"

Da Visitare

Interessante la visita al nucleo antico che comprende i resti delle fortificazioni aldobrandesche, sulle quali è sorto il Palazzo comunale, e alla romanica pieve delle Santissime Fiora e Lucilla, che conserva un notevole complesso di opere robbiane. Dal Punto di vista urbanistico, il centro storico di Santa Fiora si compone di Tre Terzieri: Castello, Borgo e Montecatino. Il terziere di castello, posto su un'altissima ripa, è la parte più antica del paese. Al centro troviamo la Piazza, sovrastata dalla torre dell'orologio e dalla Rocca medievale manifestazione del dominio degli Aldobrandeschi. Accanto, troviamo lo splendido palazzo comitale Cesarini-Sforza risalente al 1600. Queste edificazioni, delimitano la parte occidentale della Piazza formando un complesso grande e compatto che conferisce al campo una forma allungata. Più a sud, in prossimità al palazzo comitale, si trovano lo splendido giardino e l'antica dimora della famiglia Luciani, amministratori del borgo per conto degli Sforza. La Pieve delle Sante Flora e Lucilla è indubbiamente il monumento più importante e noto del paese. Sorse prima del Mille, fu riedificata nel Duecento e ampliata nel 1792 con l'aggiunta delle navate laterali. L'interno ospita una collezione di splendide terrecotte attribuite ad Andrea della Robbia. Nel Borgo troviamo la chiesa di Sant'Agostino, del 1309 a cui era annesso un convento, soppresso dai Lorena, del quale resta una porta ad arco del 1473. A pochi passi possiamo notare anche il convento delle Cappuccine. Nei pressi della frazione di Selva, merita una visita il Convento della Santissima Trinità, che conserva un bel crocifisso robbiano e una serie di pregevoli pitture, e nel chiostro settecentesco la leggendaria testa del drago riportata da un viaggiatore del passato.

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